Per tre giorni in scena una sperimentazione dedicata al capolavoro di Joyce

Il progetto Ulysses al Vascello

Al teatro Vascello è in scena il progetto Ulysses, o meglio una parte, il prologo, della durata di due ore. Il progetto complessivo sarà un’opera lunga ben otto ore! Questa sperimentazione teatrale porta sul palcoscenico il capolavoro di James Joyce, un romanzo già di per sé articolato, non convenzionale e difficile da comprendere. La molteplicità degli stili presenti in quest’opera e la presenza del cosiddetto flusso di coscienza rendono l’approccio dei lettori non facile.

Il progetto Ulysses è costruito su frammenti di testo, immagini video proiettate su più posizioni del palco, quasi a circondare  nello spazio gli attori. I frammenti di testo sono trasmessi da più posizioni attraverso diverse casse acustiche distribuite nella sala del teatro, letture sovrapposte mixate con suoni e rumori creano un ambiente surreale. La recitazione degli attori si caratterizza  per la quasi totale assenza dei dialoghi, la presenza dei movimenti del corpo ovvero di lamenti e di risate isteriche sono sufficienti a trasmettere quel senso di angoscia, di sogno, di sospensione della coscienza che gli spettatori hanno provato.

A testimoniare la frammentarietà, l’irrazionalità dell’inconscio, nonché l’illogicità dei contenuti la chiusura del sipario avveniva numerose volte, quasi a fare da ponte tra i frammenti.

Probabilmente questo alto livello di sperimentazione miscelato alla difficoltà di comprensione creata dal testo stesso rendono  consigliato un approfondimento preventivo dei testi di Joyce; la valutazione finale ineluttabile e’ che questo spettacolo non può essere adatto a un pubblico vasto per i motivi sopra elencati.

Dobbiamo dire che la durata di questo prologo è eccessiva proprio per la tipologia dei contenuti.

La trasmissione del non senso, e la mancanza di unicità e di logica funziona. Non conoscendo in maniera approfondita l’autore irlandese,  nonché la volontà dell’ideatore  di questo spettacolo, non possiamo sinceramente dire se l’opera ha raggiunto il suo scopo.

Certamente non vi possiamo consigliare di buttarvi, magari dopo una giornata lavorativa, e senza nessuna conoscenza di Joyce o anche di interesse per la tipologia della scrittura così interiorizzata. Insomma non possiamo dare un giudizio negativo, tanto meno dal punto di vista tecnico,  però avremmo gradito qualcosa di più vicino al pubblico, al grande pubblico. Non si può però chiedere da una parte all’uomo comune di comprendere facilmente o dall’altra,  al teatro sperimentale di essere convenzionale.

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