Il 25 novembre 2014 al Teatro dell’Angelo di Roma è andato in scena il monologo “L’infinito Giacomo” scritto e diretto da Giuseppe Argirò e interpretato dall’attore Giuseppe Pambieri.
In questo periodo assistiamo a un forte interesse nei confronti del poeta di Recanati, nonostante non ricorra nessun anniversario, un interesse che parte soprattutto dai giovani. Questo spettacolo viene portato in giro in diversi teatri italiani nelle pause tra una tournée e l’altra di Pambieri quindi senza una continuità.
È uscito recentemente il film di Martone dedicato al Leopardi ed è pure in edicola uno speciale in dvd inoltre è stato tradotto lo Zibaldone in inglese, addirittura in diverse versioni affinché si possa cogliere il significato dell’opera nella su interezza.
Al monologo rappresentato al Teatro dell’Angelo hanno assistito diverse scuole della Capitale che hanno seguito con interesse l’interpretazione di Pambieri.
Questo monologo, intervallato dalla lettura di diverse poesie del Leopardi, ripercorre tutta la vita del poeta sottolineandone alcuni aspetti poco noti e assai vivaci.
Il Leopardi nasce in una famiglia molto rigida, di questo ne soffre molto, era un ragazzo ribelle che odiava fare il bagno nella tinozza. Soffrì molto della sua malattia, la tubercolosi ossea, che lo limitò moltissimo; nonostante il medico gliel’avesse sconsigliato assumeva una grande quantità di dolci, amava il gusto.
Emerge un personaggio assai diverso dalla tradizione che probabilmente da ottimista, col passare del tempo diventa un pessimista. Insomma il Leopardi è un poeta tra i più moderni e innovatori che merita oltre ogni dubbio un approfondimento.
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