Il 13 dicembre scorso all’auditorium Parco della musica si è tenuta una lezione di rock incentrata sul gruppo britannico Coldplay, uno dei diversi incontri realizzati dai due critici musicali Ernesto Assante e Gino Castaldo, tra i più importanti d’Italia, per ripercorrere la storia della musica rock attraverso l’analisi dei gruppi musicali più influenti. Questa lezione è stata realizzata dal solo Assante, giornalista di Repubblica, dalle sue stesse parole un fan dei Coldplay. Una lezione “di parte”, dunque, che non ha mancato di suscitare l’interesse del pubblico, sicuramente in parte formato dai seguaci del gruppo britannico.
I Coldplay fanno parte insieme ad altri gruppi, quali i Radiohead, di un certo tipo di rock definito da Assante “malinco-noia”, che spesso rasenta la tristezza senza però caderne senza via d’uscita, c’è sempre un tono di speranza. I Coldplay riescono a trasformare un sentimento personale e interiore in un’emozione collettiva, a differenza dei Radiohead che con le loro canzoni esprimono lo stesso tipo di sentimenti senza però ottenerne lo stesso effetto: la loro è più una musica di nicchia senza però per questo non ottenere un grandissimo successo. In effetti Chris Martin utilizza molto spesso il falsetto, forse abusandone, e questo è un ottimo “trucco”, nel senso che enfatizza ancora di più l’emozione trasmessa da una canzone, è un modo per condividere più facilmente e per trasmettere sentimenti.
Ci saremmo aspettati dalla lezione un’analisi più approfondita, quasi da audiofili, e incentrata non solo sull’ultimo album ma sulla canzone cardine “Viva la Vida”, non per questo non è stata interessante anzi il termine giusto è emozionante. Una lezione rivolta al grande pubblico e non certo ad una elite di intenditori della musica: nessun termine tecnico. E’ stato invece un ripercorrere insieme la storia del gruppo britannico che sta riscuotendo un grande successo di pubblico e di critica internazionale.
L’ultimo album dei Coldplay “Viva la Vida or Death and All His Friends”, prodotto da Brian Eno, segna un punto di svolta rispetto agli album precedenti è più proiettato verso emozioni positive, senza però mai abbandonare la malinco-noia, come evidente dal titolo che mantiene un certo dualismo (vita-morte). È un album caratterizzato da un tripudio di suoni differenti, vi è un ampio uso dell’elettronica per realizzare sonorità particolari senza però realizzare musica elettronica, al contrario è un album caldo ricco di violini, musicalità orientali. Un album assolutamente da non perdere, “da possedere” come ha affermato lo stesso Assante.
Buona parte della lezione è passata con la visione dei pezzi forti del gruppo e questo ha fatto si che la lezione durasse molto più del previsto, ben un’ora e tre quarti invece di un’ora prevista. Gli spettatori hanno lasciato la sala con una carica emozionale che certamente non potranno dimenticare, al contrario magari delle tante, troppe informazioni che il critico avrebbe potuto dare con una lezione di tipo più accademico.
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