E’ straordinaria l’interpretazione di Natalie Portman in “Jackie” diretto da Pablo Larraín, regista cileno già vincitore con “Tony Manero” al Torino film festival. Ha dedicato ben tre film della sua carriera al tema della dittatura cilena, tra cui “No-I colori dell’arcobaleno” che consigliamo.”Jackie” ripercorre i sette giorni successivi all’assassinio di John F. Kennedy, dalla corsa in ospedale fino all’organizzazione del funerale, dal quale emerge tutta l’umanità della first-lady Jacqueline che riesce ad affrontare con razionalità tutte le fasi successive all’omicidio del marito. Nonostante la pressione emotiva cui è sottoposta rimane molto attenta anche all’immagine che lascerà di sé e del defunto marito di fronte alle telecamere e al mondo intero. Una donna che si ritrova improvvisamente sola con i suoi due figli di fronte alla nazione rimasta senza un presidente. Dalla rappresentazione di quei giorni emergono alcuni ricordi della vedova Kennedy che ci fanno capire meglio il suo carattere tenace: riuscirà a trovare anche la forza di concedere un’intervista alla rivista LIFE dopo così poco tempo il tragico avvenimento. Dopo l’omicidio deciderà di mantenere, contrariamente a quanto gli viene consigliato, il famoso abito rosa ancora sporco di sangue, che diventerà un’icona storica, fino al giuramento del vicepresidente per far vedere al popolo americano cosa avevano fatto al marito.
Natalie Portman è eccezionale. Per impersonare la figura di Jacqueline Kennedy ha visto tantissime volte i video dell’epoca, in particolare il tour della Casa Bianca in cui la first-lady mostrava alla televisione l’interno dell’appartamento presidenziale. Così facendo l’attrice è riuscita a imparare l’accento e il modo di parlare e di camminare di Jackie. Se confrontate il video originale di quel tour (che potete trovare facilmente su YouTube) con la parte che è stata riprodotta nel film, anch’essa in bianco e nero, farete difficoltà a trovare le differenze.
Per realizzare il film sono stati ricostruiti tutti gli interni della Casa Bianca a Parigi, dove sono avvenute le riprese. Molto intensa è la fotografia e la colonna sonora è perfetta, mai invadente.
La pellicola ha ottenuto decine di candidature in diversi concorsi cinematografici, tra cui tre nomination agli Oscar. Ricordiamo che ha vinto il premio “Osella” per la migliore sceneggiatura (di Noah Oppenheim) alla mostra del cinema di Venezia, i “Critics’ Choice Awards” come migliore attrice a Natalie Portman, migliori costumi e miglior trucco.
È un film molto intenso, tragico che trasmette emozioni forti, molto drammatico: senz’altro un capolavoro che consacra Natalie Portman come una grandissima attrice del nostro tempo.
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