Dietro le quinte di Jurassic Park

Con la nascita del formato dvd è diventata realtà la possibilità di entrare nel “dietro le quinte”. Le
versioni 2 dvd dei film in commercio infatti contengono un secondo disco dedicato al “making of”. La
produzione cinematografica è notevolmente complessa: a prima vista però tutto sembra “naturale” e
raramente immaginiamo cosa nasconda. Quando il dvd ci svela il lavoro che esiste dietro il prodotto
finito rimaniamo spesso a bocca aperta. Ora andremo ad analizzare “Jurassic Park”, poiché è stato uno
dei film pionieri nell’uso di tecniche digitali, sempre più utilizzate, senza tralasciare l’evoluzione della
serie.
Il primo episodio (1993) rappresenta una svolta nel campo del cinema: nessuno aveva mai creato un
film così realistico e originale. Fino ad allora film di questo genere avevano puntato sul lato mostruoso
dei dinosauri, ignorandone l’aspetto concreto e scientifico. All’inizio non si pensava affatto all’impiego
dell’animazione digitale, ma di utilizzare la classica tecnica stop-motion, che consiste nel muovere a
mano dei modelli in scala riprendendo singoli fotogrammi con speciali telecamere a ripresa rallentata,
così da rendere l’illusione del movimento. Nonostante i progressi conseguiti in questa tecnica i
movimenti dei dinosauri erano ancora troppo artificiali e i fotogrammi mai sfuocati (impossibile nei
movimenti reali). Il geniale Spielberg decise di provare la neonata animazione digitale (“CGI”), che
grazie a “Jurassic Park” subì una forte accelerata. La “CGI” all’epoca non era mai stata utilizzata per
esseri viventi, bensì per liquidi o metalli dalle sembianze reali (come in “Terminator 2”), dunque era
una sfida enorme di cui non si conosceva l’esito. Furono utilizzati i più potenti computer del tempo e si
ricorse a dispositivi di input creati appositamente, che resero molto più semplice l’impartizione dei
comandi ai modelli virtuali (invece di utilizzare la tastiera). Diversamente da quanto si potrebbe
pensare non ci si avvalse esclusivamente del computer, infatti la CGI ha evidenti pregi ma il fatto che
gli attori debbano immaginarsi un dinosauro rende altrettanti disagi, e furono progettati veri e propri
robot. L’impiego di due tecniche apparentemente incompatibili continuò nel secondo (1997) e pure nel
terzo (2001) episodio, a dimostrazione che il computer non può sostituire in modo esaustivo tutte le
“arti” manuali. Nel secondo film “Il mondo perduto” furono costruiti due robot enormi dal peso di 8
tonnellate ciascuno, riproducenti il Tirannosauro Rex: queste macchine erano comandate a distanza da
più persone in modo da creare movimenti realistici; la intrinseca pericolosità di questi dinosauri
meccanici rendeva necessaria la presenza di minor personale possibile durante le riprese. Nel terzo e
ultimo episodio, chiamato semplicemente “Jurassic Park III”, fu sostituito il famoso T-rex con il meno
noto, ma ben più temibile, Spinosauro: lungo 17 metri, con una bocca che ricorda un alligatore e una
cresta di ben due metri sulla spina dorsale. Il “bestione” robot fu sottoposto, durante una ripresa, ad un
forte rischio di danneggiamento a causa dell’intensa pioggia, tanto che la scena fu girata per ultima per
timore. I robot utilizzati infatti, come tutti i macchinari elettrici, possono avere corti circuiti o altri
danni irrimediabili se bagnati come in quel caso.
Purtroppo l’ultimo film, a differenza dell’enorme successo del primo e del secondo diretti da Spielberg
e basati sugli omonimi romanzi del grande Michael Crichton, non ebbe il successo sperato: vuoi per il
minor calibro del regista Johnston, vuoi per una trama mal costruita e piatta (questa volta senza il
supporto di Crichton per il soggetto), vuoi per una serie ormai esaurita. Gli incassi rivelano questo
“flop”: mentre il primo “Jurassic Park” raggiunse quasi un miliardo di dollari, il secondo circa seicento
milioni, l’ultimo “solo” trecento milioni.
Da indiscrezioni della rete pare che sia in fase di pre-produzione un altro episodio, di cui si sa ben
poco. Dopo il ridotto successo riscosso tra il pubblico e soprattutto tra i critici dell’ultimo episodio, mi
meraviglio di questa volontà di proseguire la saga e non riesco a immaginare una trama originale e
appassionante. Le riprese sono previste per quest’anno, in modo da portarlo sullo schermo il prossimo
anno. Aspettiamo dubbiosi.

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